sabato 21 maggio 2011

La parabola di Royce

Quale sia per me il ruolo del Jiu Jitsu nel mondo del combattimento interstile lo si può spiegare con la parabola di Royce. La sua carriera di combattente riassume in toto la mia visione del Bjj tra le arti marzili.

Correva l'anno 1993,UFC 1: molto semplice, 8 combattenti addestrati in diverse arti marziali si cimentano in un torneo ad eliminazione diretta con qualche decina di migliaia di dollari per il vincitore e giusto un paio di regole per evitare che ci scappi il morto.
Tra questi 8 c'era Royce Gracie.



Royce nel torneo fa il ruolo del davide, sbaragliando in breve tutti i golia, sempre allo stesso modo: trovandosi a terra e usando il suo Jiu Jitsu. Quella notte il brasiliano fornisce al mondo una lezione importante: quando un uomo che conosce la lotta a terra incontra un uomo che non conosce la lotta a terra, l'uomo che non conosce la lotta a terra si arrende. E così è stato, quella volta e negli anni successivi Royce ha vinto 3 dei primi 4 tornei, fermandosi solo per infortunio durante la IIIa edizione.

Royce era di fatto imbattibile in quel periodo, nessuno in America poteva vincerlo, solo Ken Shamrock, che superava il quintale riesce due anni dopo ad ottenere un pareggio.
L'effetto principale di UFC 1 e seguenti edizioni è stato il boom mondiale del Jiu Jitsu. Non solo in America, ma addirittura nello stesso brasile, dove era già ben conosciuto nelle zone centrali, dopo il '93 si diffonde in tutta la nazione. Nel resto del mondo viene vista come l'arte marziale più efficacie, e con l'effetto diretto di rendere imbattibili. Tutti quelli che si approcciano all'interstile, in un modo o nell'altro imparano un po' di Bjj.

Alcuni, che certo Jiujiteri non erano, invece di allenarsi in modo completo nell'arte, scelgono di concentrarsi solo sugli aspetti basilari: per un kick boxer può essere più utile e prioritario imparare a difendere una sottomissione, che imparare a sottomettere.
L'altro effetto delle vittorie di Royce e del Jiu Jitsu, è di rendere quello che viene detto "cross training" (allenamento in più discipline di diversa matrice) molto comune.

Andiamo al 2006. Sono passati 13 anni dalla storica vittoria di Royce e il Bjj è una realtà a livello mondiale, così come il cross training. Non si parla più di stile contro stile, ora è atleta contro atleta.
Lo UFC stesso è molto cambiato. Ora ci sono regole, si usano guantini, ci sono round e classi di peso. Ogni lottatore è pagato per il suo singolo incontro come professionista. Matt Hughes ex campione di lotta è ora il campione in carica della categoria dei pesi welter. Royce torna per sfidarlo.

Il tempo però merge ogni cosa. Royce perde, e perde male. Addirittura Hughes era vicino a sottometterlo, non lo fa solo per non rompergli un braccio. Cos'è cambiato in questi anni? Perchè quello che nel decennio precedente era l'uomo più forte d'America, viene sconfitto così impietosamente da Hughes?
Diverse sono i motivi, e Royce stesso è la causa di molti.
Prima di tutto, Hughes era un signor atleta. Royce non lo è mai stato. Royce veniva da un tempo in cui la buona tecnica poteva battere decine di kg di muscoli. Hughes invece aveva una condizione atletica perfetta. Ancora, Royce, per quanto possa essersi allenato nella Muay Thai, restava un Jiujitero che andava a sfidare altri stili. Matt Hghes ai tempi non era più un semplice wrestler, era già un lottatore completo, capace di portare a terra, non farsi portare a terra, uno striking sporco ma efficacie e un buon gioco al tappeto.
Ormai il solo Bjj non bastava più. Il Bjj non era più l'arma segreta.

Oggi, nel 2011, tutti i fighter Ufc hanno una formazione solida nel Bjj, chi più chi meno. Raramente è il Bjj che si vede al Mundial, è una forma che si è adattata alle condizioni imposte dall'ambiente.

Quello che è successo con il Bjj, oggi sta succedendo con il Wrestling.
I wrestler oggi stanno spopolando, ma col tempo ogni lottatore che entra nella gabbia avrà una take down defense abbastanza buona da colmare questo gap, e il wrestling non sembrerà più così necessario. E' l'evoluzione.
Sono convinto che tra qualche anno ci sarà l'invasione dei pugili. Visto il livello mediocre di scambi di braccia credo che non appena le borse superanno quelle della boxe,  ci sarà un invasione massiccia e di nuovo chi ha praticato intensamente pugilato sembrerà detenere l'arma definitiva. Di nuovo, l'evoluzione.

Ci sarà sempre un lottatore che riuscirà ad ottenere l'arma segreta; agli altri spetta il compito di usare il cervello e capire in fretta come annullarne gli effetti, e se non ce la faranno allora quel lottatore sarà il Genio del suo tempo, proprio come lo fu Royce negli anni '90.

4 commenti:

  1. Bellissime considerazioni Campione!!!! Fabrizio..che non so perhcè viene scirtto ufcmania! ;-P

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  2. grazie fabri, il tuo parere come al solito è uno dei più apprezzati :)

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  3. Sono completamente d'accordo con quello che scrivi, e, pur essendo tutt'altro che un esperto del settore, tuttavia mi permetto di aggiungere qualche mia riflessione sul periodo iniziale e sul successo di Royce Gracie. È proprio vero, come tu scrivi, che nell'ufc1 Royce fece la parte del Davide che abbatté i vari Golia col suo Jiu Jitsu.
    In fondo, quello che secondo me ha reso così appassionanti le prime edizioni dell'ufc è stato proprio lo scontro d'immagine tra i fighters oltre che quello fisico. Per esempio, Ken Shamrock, con quei muscoli scolpiti che sembravano gridare “macho, macho man”, sguardo da duro, atteggiamento da modello o da fighter cinematografico e espressione sulla bocca del tipo “ora ti sfascio!” era già un tipo. In un contesto del genere Royce appariva come un tipo “normale”, non appariscente: media corporatura, media altezza, un gi, una cintura nera. Al vederlo la prima volta in assoluto “È un judoka”- potevi pensare. “No, Brazilian Jiu Jitsu... vabbé... ma cosa sarà mai questo Brazilian Jiu Jitsu?” Poi iniziava il combattimento... e la storia cambiava: ma come faceva quel brasiliano a costringere alla resa quelle macchine da guerra?! Cavolo, pareva un'anaconda, un pitone: afferrava l'avversario e non lo lasciava. Royce non combatteva (soltanto) a calci e a pugni, usava qualcosa di praticamente sconosciuto alle masse: il Brazilian Jiu Jitsu. Ecco l'arma segreta, quello che permetteva ai David di sconfiggere i Golia-tutti muscoli, il Brazilian Jiu Jitsu! Emozionante, assolutamente emozionante!!!
    Inoltre, nelle prime edizioni dell'ufc contava lo scontro tra discipline, non tanto quello tra atleti: quello che interessava vedere era, per esempio, che ne so, il judoka contro il kickboxer, il karateka contro il lottatore, il wrestler contro il jiutsuka. Cioè ci si aspettavano incontri in cui combattevano Il judo, la kickboxing, il karate , il jiu-jitsu... non importa chi le praticasse. Quindi uno si domandava (ingenuamente, a dire il vero) quale fosse l'arte marziale migliore, e nelle prime edizioni dell'ufc trovava una risposta: il BJJ.
    Poi sono passati gli anni... e il resto lo sappiamo.

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  4. oggi giorno combattendo ad armi pari non conta più quale stile tu rappresenti, ma conta la tua abilità raggiunta in ogni stile e sopratutto la tua preparazione al combattimento in oggetto. Purtroppo l'era del style vs style è tramontata.
    Oggi le MMA sono una sorta di stile a se stante, io ritengo però che ancora oggi i lottatori che abbiano un certo background specifico siano ancora i migliori

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