giovedì 7 giugno 2012

Buakaw vs Por Pramuk!

Che fine ha fatto Buakaw?
Qualche mese fa questa domanda ha fatto il giro della Thailandia, e per esteso della rete. Persino il Bangkok Post ha titolato così in prima pagina. Presto il noto pugile è ricomparso, nella nuova veste di proprietario di camp, ma molti interrogativi restano irrisolti.
L'intera vicenda di Buakaw sembra essere un grosso intrico di cui è difficile venire a capo, sopratutto per noi farang, occidentali, così distanti dalle logiche thai.



Attivo nella Muay Thai dai primi anni '90, Sombat (vero nome di Buakaw) nativo di Surin ha presto attirato su di se le attenzioni dei promoter locali, spostandosi verso Bangkok all'età di 15 anni. Dal 1997 fa parte della scuderia del Por Pramuk, e come è usanza ha preso il nome del camp come parte del suo nome da ring, diventando Buakaw Por Pramuk.
Buakaw è stato uno dei più grandi pugili mai prodotti dalla Thailandia, e sicuramente uno dei maggiori ambasciatori della cultura thailandese nel mondo. Particolarmente noto per i suoi calci micidiali, Buakaw ha vinto sia nel 2004 che nel 2006 il principale titolo mondiale dell'epoca, il K1 World Max, oltre a numerosi titoli minori sia nel K1 che nella Muay Thai, disputando nella sua carriera centinaia di incontri (la cifra ufficiale è 236, ma c'è chi dice che ne possa aver combattuti oltre 400).


La notizia della sua scomparsa aveva fatto il giro del mondo ai primi di marzo. Pochi giorni dopo, lasciata la dovuta suspence, Buakaw è tornato alla ribalta, presentando da Surin la sua nuova attività, la palestra Banchamek, e il suo nuove nome: Buakaw Banchamek. Questo come è facile da immaginare non ha fatto la gioia del presidente di Por Pramuk, che subito ha mosso causa al suo pugile per inadempimento. Infatti una volta scomparso il talento di Por Pramuk tutti i suoi futuri incontri erano stati preventivamente annullati, per evitare maggiori sanzioni in futuro. Questo ha causato ovviamente un debito da parte del camp ai vari promoter che avevano già iniziato a pubblicizzare i loro eventi. Nella controversia legale che ne è seguita sono sorti ulteriori elementi: Buakaw rivendica una grossa cifra che il Por Pramuk non gli avrebbe pagato, d'altra parte il Por Pramuk è stato danneggiato e oltre ad un risarcimento non è disponibile a lasciare andare il suo atleta di punta. Il governo thailandese, riconoscendo il valore di Buakaw quale icona nazionale ha nominato un generale dell'esercito quale responsabile della trattativa, per far si che le parti giungessero ad un accordo. Inoltre il governo aveva richiesto che le trattative fossero condotte in via esclusivamente privata, mentre Por Pramuk ha voluto il coinvolgimento dei media, per evitare che il governo spingesse il camp ad accettare un accordo coatto, che salvasse capra e cavoli.
L'accordo è stato in parte raggiunto e prevedeva che sulle future borse di Buakaw il 60% sarebbe andato al pugile e il 40% al vecchio camp. Tuttavia non si è riusciti ad arrivare ad un accordo per i proventi "extra" derivanti da sponsor, pubblicità etc.. Buakaw sosteneva che avrebbero dovuti essere suoi al 100% mentre Por Pramuk ne rivendicava una certa percentuale. Il fatto che il camp si sia impuntato su questo ha impedito la firma di un accordo. Questo, unito al fatto che a Buakaw è stato sottratto il passaporto (per evitare che combattesse all'estero, evitando la legge thailandese) ha spinto il pugile di Surin a dichiarare il ritiro (forzato) dalla Muay Thai. Con le dovute scuse ai fans e ai sostenitori, Buakaw ha reso presente che mancavano le condizioni di serenità necessarie per continuare. Vanno inoltre ricordati l'enorme numero di incontri e i ventuno anni di carriera, che certamente hanno lasciato dei segni indelebili nel fisico.
Ma perchè il camp di Por Pramuk non ha accettato l'accordo? Anche perdendo i proventi "extra" rimaneva comunque un cospicuo 40% sulle borse dei singoli incontri. Forse vi è una motivazione più di principio, e più di diritto, che economica.


Tralasciando i camp predisposti per l'allenamento dei farang, in Thailandia vi sono centinaia di camp di Muay Thai e decine di migliaia di pugili professionisti. L'attività di pugile comincia molto presto nella vita dei giovani thailandesi, in un età che varia dagli 8 ai 12 anni. Ho persino conosciuto thailandesi che si vantavano di aver sostenuto il loro primo incontro all'età di 5 anni. I primi incontri di pugilato nelle campagne si disputano per borse davvero irrisorie, nell'ordine di anche 40 bath (circa 1 euro) quello che muove il meccanismo della boxe è sopratutto il sottobosco delle scommesse, formalmente illegali (ad eccezione dei due stadi principali della capitale) ma di fatto tollerate. Sulle scommesse tra pugili si muovono cifre davvero consistenti, e questo consente di comprendere come mai per ogni singolo pugile il tifo raggiunge livelli incredibili.
I camp reclutano sin dall'infanzia bambini dei dintorni, offrendo loro vitto e qualora abitino troppo lontano, anche alloggio. A questo punto i bambini vengono addestrati per diventare pugili e finchè hanno successo vengono mantenuti, con la prospettiva di arrivare anche a lauti guadagni una volta giunti in vetta. Nella maggior parte dei casi le famiglie sono liete di affidare i loro figli a chi si possa prendere cura di loro, avendo una bocca in meno da sfamare e nel contempo la possibilità di guadagni. Chi non si dimostra sufficientemente abile, o poco adatto a questa vita, viene "licenziato" dal camp, e torna alla sua famiglia. Tra gli altri, i pugili nella media, con una certa percentuale delle loro borse finanziano i camp che li hanno formati. Con il rimanente, una volta a fine carriera, intorno ai 20 anni, tentano di intraprendere una nuova attività. Nella maggior parte dei casi, i guadagni non sono sufficienti, o sono stati spesi nel corso degli anni, e quindi i pugili che non riescono a rimanere nell'ambiente finiscono con l'accettare lavori umili, tipicamente il guidatore di tuk-tuk (i risciò a motore thailandesi).
Stando così le cose, è facile capire che il vincolo che lega pugile al camp è e deve essere molto forte. Nella maggior parte dei casi, i camp investono per anni soldi su bambini che poi lasciano lo sport, e anche i pugili che continuano non è detto che portino mai consistenti guadagni in tutta la loro vita. In questo meccanismo, se un pugile avesse un consistente potere contrattuale, vorrebbe dire grossa percentuale di rischio nel caso che egli diventi famoso. Ovviamente non si parla solo dei fenomeni come Buakaw, ma anche di pugili molto meno famosi, magari campioni locali o nazionali, sulle cui borse può però sopravvivere un camp.
Inoltre non bisogna mai scordare la situazione della Thailandia, una nazione dove il diritto non sempre è applicato e dove la vita ha un valore diverso rispetto al mondo occidentale, e dove il tasso di povertà è più incidente. Laddove vengono a mancare i poteri forti, come in ogni altro luogo nel mondo, si creano altri poteri ed ecco che spesso il mondo borderline della boxe, laddove va a sfociare nelle scommesse è in mano alla criminalità, e collide con altri fenomeni quali prostituzione, droga e vendita di armi. È importante rendersi conto di ciò prima di esprimere giudizi di ordine morale sulle scelte delle varie parti in gioco, è importante rendersi conto che è una realtà molto lontana dalla nostra dove spesso può esserci molto di più di una carriera in gioco, di una pacifica esistenza e di una scelta di vita.

Che sia stato questo a spingere il Por Pramuk a rifiutare ogni tipo di trattativa che compromettesse, anche di poco, il sistema dei camp? Che sia stato il rifiuto di creare un precedente, in cui un pugile particolarmente abile, o qualcuno dietro di lui, avesse il potere di togliere tale soggetto alla potestà del camp, che aveva investito per anni su di lui?
Vista nell'ottica di un camp minore, che non ha avuto la fortuna di avere un Buakaw in grado di ripagare mille volte e mille volte ancora gli investimenti fatti su di lui; ma che poteva invece contare su un pugile di livello medio alto, appena in grado di ripagare con le sue borse gli investimenti fatti e portare qualche guadagno al camp, sicuramente questo episodio è stato accolto con gioia, se persino Buakaw ha dovuto inchinarsi alla legge della Muay Thai significa che non bisogna temere il promoter estero di turno pronto a fare prepotenze in virtù di un maggior potere contrattuale.
Mentre noi rimaniamo con queste congetture, e mentre il Por Pramuk si è dichiarato soddisfatto dell'esito (non-esito) della trattativa, nella lontana Surin, Buakaw è stato ritratto in alcune foto mentre si allenava nella lotta a terra. Che sia l'inizio di una nuova carriera nelle MMA?



Curiosità: Buakaw significa "Loto Bianco" mentre Banchamek vuol dire "Signore delle Nuvole"