sabato 19 novembre 2011

Locked in the Cage

La gabbia non è nulla di speciale. E' un ring con le pareti al posto delle corde. Non ci vedo nessuna retorica da lotta all'ultimo sangue dietro. Preferisco il ring, credo sia più dignitoso. Preferisco la strategia dinamica del ring, che quella di stallo della gabbia.


Domani sera però, non ci sarà un ring. Per la prima volta in assoluto a Bologna, la mia città, si combatterà nella gabbia. Dovevamo esserci. Non è una questione personale, ma il mio team doveva prendere parte alla cosa. Io ci sarò da dilettante, Egor da professionista. Ci saremo.
Dovrei ribadire che il mio è solo un match di dilettanti, con protezioni e tutto, non è una cosa seria, non è una cosa importante. Ma penso che nulla sia davvero importante, conta solo il significato che noi gli diamo. E io credo nelle mie capacità di lotta. Ci credo nonostante tutto. Nonostante le sconfitte, nonostante gli infortuni, nonostante lo sconforto, nonostante forse mi verrebbe meglio fare altro. Io ci credo, e dopo domani sera ci crederanno anche altri.
Ci sono state tante complicazioni nel preparare questo incontro, di cui in realtà ben poche hanno a che fare con l'allenamento. Però le difficoltà ci sono per tutti, quello che ci rende uomini è il modo in cui le superiamo. E' con questo spirito che entrerò nell'arena domani sera. E' con questo spirito che ringrazierò il mio avversario per l'onore concessomi della lotta. Ed è con questo spirito che voglio ora ringraziare chi mi ha portato qui, prima del risultato, perchè il verdetto è un dettaglio che può interessare solo ad un pubblico disattento.
Il mio Team, i miei fratelli, i miei amici, i miei maestri. Bologna in primis, ma anche Sestri, Firenze, Livorno, tutti quelli che hanno speso una parola di incoraggiamento o di consiglio. Un uomo è il prodotto di ciò che subisce, e io da queste persone ho subito solo del bene. Senza il mio Team non sono NIENTE.

"No creonte, respeite seu mestre e sua academia"

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