sabato 6 ottobre 2012

"È tutta una questione di passare oltre"

"It's all about overcoming"


Questo meraviglioso video su Minotauro mi ha dato un enorme spinta in un momento che credevo difficile. Credevo che lo fosse, perchè in realtà mi sto rendendo conto che le difficoltà nella vita ci saranno sempre, e possono essere anche più gravi. In fin dei conti basta fare quello che ho fatto centinaia di volte sul tappeto di lotta: aspettare che finisca e rialzarsi. E continuare a rialzarsi.

Ho praticato judo per tanti anni da ragazzino, nonostante la mia lotta in piedi sia pessima qualcosa ho imparato: a rialzarmi dopo essere caduto. Per un periodo in particolare, mi allenai presso una palestra con una squadra di agonisti molto forti, quasi tutti cinture nere, tutti competitori. Per lo più praticavamo ore di uchikomi e randori. Durante quegli interminabili allenamenti venivo lanciato per tutto il dojo praticamente da chiunque. Credo che siano passati mesi prima che fossi io a proiettare qualcuno. Chiunque dotato di razionalità avrebbe capito che il judo non era lo sport adatto a lui, eppure c'era un motivo che mi impediva di arrendermi. Infatti quella non era la mia palestra, ma ero stato personalmente invitato ad unirmi agli allenamenti dal maestro. Evidentemente, aveva visto qualcosa in me, qualcosa che io stesso non vedevo. E così ogni volta che venivo schiantato sul tatami mi ricordavo che era un grande onore essere li, e dovevo mostrarmene degno. Spesso i judoisti sfruttano gli attimi in cui l'avversario cade, o in cui sono caduti loro, per riprendere fiato, io no. Facevo una gara con me stesso per rialzarmi quanto più velocemente possibile una volta toccato il suolo, divenne il mio modo di mostrare gratitudine. Quando vedevo che le persone ci rimanevano male per la velocità con cui mi rialzavo una volta caduto, ero motivato a diventare ancora più svelto. Questo fece bene al mio cardio e seppure continuavo a cadere iniziavo ad avere molto fiato, che mi permetteva di allenarmi meglio e più a lungo. Ad un certo punto iniziarono a guardarmi come per dire "ma come, non ne hai ancora abbastanza?" e capii che stavo andando bene. La persistenza mi portò persino ad elaborare una mia strategia, non molto onorevole in realtà: subire diversi ippon e quando l'avversario era corto di respiro portarlo a terra almeno una volta prima del cambio.
Poi anche quel periodo finì, per diversi motivi smisi di frequentare quel dojo e in seguito di praticare judo. E nonostante non abbia mai imparato a fare ippon, sul quel tatami ho capito il valore di rialzarsi quando si è a terra.

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