Prima di narrare la mia esperienza in quel di Livorno, devo postare questo video, che un caro amico ha realizzato e mi ha estremamente motivato, vi chiedo di diventare fan della sua pagina facebook e seguire il suo canale youtube: questo ragazzo ha veramente dei numeri e si merita tutto il nostro supporto.
Una sfida perfetta
Livorno Grappling Challenge, 9 dicembre 2012. Torneo di Grappling nogi. Esattamente sei giorni prima della mia operazione. La fisioterapia ha arginato i danni maggiori e mi ha permesso di ritornare con una limitata funzionalità in palestra da ormai un mese, dopo un lungo stop. Non so cosa esattamente mi abbia spinto ad iscrivermi, l'invidia verso i miei amici che gareggiavano, la necessità di competere, il bisogno di impormi, o semplicemente la paura: la paura che dopo l'operazione qualcosa andasse storto o i tempi fossero troppo lunghi e che questa fosse la mia ultima opportunità per esserci. Non me la lascio sfuggire e in bilico tra determinazione e delirio inizio a pensare come prepararmi al meglio, per massimizzare i risultati e ridurre i danni. Sfrutto l'occasione per testare le mie abilità riguardo la programmazione dell'allenamento, un argomento che da anni mi affascina e a cui ho dedicato parecchio del mio tempo libero.
In un certo senso, è il torneo perfetto: una grandissima sfida tra me, il mio corpo, l'infortunio e in secondo piano gli avversari, compagni di viaggio in questa discesa verso la conoscenza dei propri limiti. Poche cose da fare e l'imperativo di farle bene. Niente fronzoli. Niente distrazioni. Nessuna ideologia, nessuna emotività. La battaglia perfetta.
Il punto della situazione
A questo punto procedo in modo schematico, faccio una panoramica della mia situazione e ne ricavo quanto segue: sono infortunato gravemente ad un braccio, un legamento è rotto; l'inattività prolungata degli ultimi mesi ha portato via circa 4 kg di peso, in prevalenza massa muscolare a cui è conseguito un calo sia della forza ma sopratutto del cardio.
Calcolo che mi ci vogliono due + due settimane di preparazione totale, il che è un bene visto che è più o meno il tempo che ho. Nelle prime due settimane mi occupo del 'condizionamento' ovvero riportare il mio corpo in carreggiata e sopratutto abituarlo a grossi volumi di lavoro, in vista del secondo blocco, la preparazione specifica.
Nel mentre mando l'iscrizione: classe B 77 kg.
Condizionamento
Per quanto riguarda il condizionamento evito quasi completamente i sovraccarichi: la tecnica di alzata non era valida già prima dell'infortunio e l'inattività prolungata l'ha ulteriormente deteriorata, mi concentro solo su squat completo con bilanciere eseguito in modo tecnico a basso carico e alto volume e su diverse serie di balzi a corpo libero.
Inserisco il cardio sotto forma di sessioni di corsa su strada a medio-lunga durata (40'-50').
Il grosso del lavoro (circa 90%) lo svolgo sulla materassina, in prevalenza seguendo alla lettera i dettami del mio maestro riguardo a drill sport-specifici, e lunghe sessioni di sparring.
Purtroppo al termine delle due settimane, nonostante un netto miglioramento nella forza il cardio è ancora indietro e sopratutto il mio peso corporeo aumenta di circa 2,5 kg e questo si rivela problematico essendo già al limite della categoria di peso.
Preparazione Specifica
Inizio le successive due settimane di preparazione specifica con una tre giorni di allenamento a Ferrara, nella palestra del mio amico Matteo Menne si trova infatti il Maestro Atalla in visita. L'allenamento è orientato su dettagli tecnici, sparring specifico e sparring generale, esattamente quello di cui ho bisogno in vista della gara, approfitto ovviamente del fatto di avere nuovi sparring partner rispetto ai ragazzi con cui scambio ogni sera a Bologna. Le sere seguenti adottiamo un protocollo simile anche a Bologna. A questo punto ho iniziato la dieta necessaria al calo del peso. Nell'ultima settimana mi trovo nella spiacevole situazione di dover intensificare il lavoro aggiungendo anche maggiori sedute di cardio per raggiungere il peso finale della categoria, un errore di calcolo da tenere a mente per le future gare: la grossa perdita di massa muscolare dovuta probabilmente al mio fisico ectomorfo, è stata rapidamente compensata dall'intensificare l'allenamento e questo ha falsato il mio calcolo in merito ai kg da perdere. Ancora una volta si dimostra vitale trovare il proprio peso target e cercare di mantenerlo quanto più possibile fuori dalle gare per arrivare in forma all'appuntamento, dedicando gli ultimi giorni al taper (scarico) e non alla perdita di peso sino all'ultimo minuto.
Il secondo blocco ha avuto quindi la duplice valenza: preparazione tecnica specifica, ma anche strategica, portandomi ad elaborare nuove posizioni compatibili con il mio infortunio: sapevo fin troppo bene che avrei avuto difficoltà ad applicare il mio consueto stile di lotta.
Il giorno del Torneo
Un altra, inevitabile, difficoltà tecnica, è il doversi svegliare alle 5 del mattino, alterando i ritmi e riducendo di parecchio il tempo di riposo. Purtroppo Livorno è lontana ed è prioritario svolgere il peso il prima possibile.
Fortunatamente ho con me tutti i miei amici e compagni, e quindi la trasferta è più una vacanza che una pesante incombenza.
Sento una forte tensione per la gara, troppo tempo che non competo, e le condizioni sono instabili.
Il peso si svolge senza alcun problema: sono sotto di qualche etto.
Dopo mangiato attendo un po' e inizio il warm up, ancora una volta sento la tensione per il rientro, e ancora una volta i miei amici sono di grande utilità in tutto questo.
Escono i tabelloni di gara: siamo in 5 in categoria, quindi lotteremo con un girone all'italiana, tutti lottano con tutti e sulla base di chi ha più vittorie si compone il podio. In caso di parità vengono assegnati più punti a chi finalizza.
Il primo turno mi vuole con il mio amico e compagno di squadra Marco. Decidiamo di condividere (lottiamo all'ultimo sangue ogni sera in palestra..) e Marchino incarnando al meglio lo spirito di squadra richiesto dal nostro sport mi fa vincere.
Nel secondo turno devo affrontare un atleta che non conosco, ma riesco a vincere per finalizzazione. Questo però mi porta a sforzare parecchio il braccio infortunato.
Nel terzo incontro affronto un atleta della provincia, che in passato ha lottato con un mio compagno di squadra. Compio un errore di valutazione e vengo portato a terra, dove attuo una strategia di sopravvivenza, alla fine grazie a due portate a terra riesco a vincere 2-0. Una vittoria molto risicata dato che ormai ero fuori con il fiato.
Il quarto e ultimo turno mi vuole con un altro atleta che non conosco, ormai sono in difficoltà con il fiato e devo lottare amministrando, solo verso il finale quando il punteggio è 6-0 per me tento qualche finalizzazione che però non riesco a chiudere.
Incredibilmente, nonostante le premesse, il primo gradino del podio è mio!
Devo complimentarmi con Marco per il suo terzo posto, avendo vinto tutte le lotte tranne quella con il mio terzo avversario e sopratutto con Gianluca, il mio Maestro che mi ha fatto ottimamente da angolo come al solito, in più oltre ad aver vinto la sua categoria in classe A è stato pure premiato miglior atleta dell'evento!
Complimenti anche a tutti i miei compagni di squadra per le numerose medaglie portate a casa, 9 su 12 atleti iscritti, penso che stiamo lavorando davvero bene ed in modo intelligente.
Grazie a Lorenzo Bulfone, informatico, lottatore, fotografo. Che pur portandosi a casa un bell'argento in classe B ha trovato il tempo di fare queste foto stupende.
Ottima come sempre, l'organizzazione del Maestro Serrini, che da anni ha reso questo torneo un appuntamento fisso nel panorama del Grappling italiano.
Analisi finale
Non è stato il migliore torneo della mia vita. Nonostante il risultato positivo credo, anzi so, di aver lottato e gestito meglio in altre competizioni. Mi soffermo quindi sui principali aspetti negativi. Ciò che ho subito di più è stata la mancanza di forza e di cardio, dal terzo incontro in poi. Aspetti su cui devo lavorare se voglio continuare a competere in una categoria che spesso prevede anche 6 incontri consecutivi a torneo. Uguale per quanto riguarda la variabile peso: va considerata più attentamente.
L'organizzazione del lavoro ha comunque pagato molto bene: in così poco tempo non si poteva far di meglio. L'alternanza di blocchi di lavoro e la valutazione del volume totale di allenamento hanno certamente portato buoni risultati permettendomi di dosare bene i tempi di recupero e arrivare alla gara in uno stato di forma complessivamente buono, dopo oltre 6 mesi di inattività.
La tensione inizialmente avvertita è sparita una volta posato il piede sul tatami, in fin dei conti avrebbe senso che io fossi spaventato di eseguire un brano al piano forte, di fare tiro con l'arco, ma la lotta è qualcosa che fa parte di me e del mio animo, è impossibile che mi spaventi. Zero tensione avvertita durante il torneo.
Per quanto riguarda il gareggiare infortunati: non lo farò mai più. Si è trattato di un gesto avventato di cui mi sono pienamente reso conto solo una volta finito tutto, la nevrosi da agonismo, quella strana forza che ti porta a competere in ogni torneo nazionale ogni volta possibile, mi ha reso cieco e ho rischiato davvero troppo. Non vale la pena fare un torneo per stare fermi poi un anno, questa volta mi è andata bene, ma mi ha portato sopratutto a riflettere su quale sia il vero significato di vittoria, di cui parlerò in un prossimo articolo.
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