Quando il tuo cuore ti chiama, come rispondi?Penso fosse scritto qualcosa del genere nel poema giapponese Hagakure ma penso anche che sia una di quelle domande fondamentali nella vita. Dove il campo di indagine non è il proprio sé, ma il proprio sé in relazione al mondo. Come lo specchio d'acqua di un lago nello stato di quiete è pura copia della realtà, basta un ciottolo perché il disegno si alteri. Basta un piccolo pezzo di roccia perché improvvisamente tutto cambi e crolli. L'uomo, ingannato dall'immagine potrebbe persino domandarsi quale sia realtà e quale copia, ma quel piccolo sassolino toglie ogni esitazione. Così per lo spirito umano un evento può rivelarsi rovina, può portare ad un cedimento o ad uno slancio eroico. Quando dentro di noi nasce l'impulso dell'azione, modellato dalla moralità che sgorga dalla scintilla divina presente in ogni essere umano, siamo in grado di assecondare quell'impulso? Siamo in grado di ascoltare la voce del dio, o del demone, e rivelare la nostra vera natura? Oppure una vita troppo distante dalle nostre origini ci ha privato del potere di rispondere alla chiamata del mondo?
Non è una domanda facile e bisogna trovarcisi in mezzo per avere una risposta. La cosa più importante, è capire che questa risposta è valida solo per noi stessi, privo di qualsiasi utilità sarebbe comunicarla ad altri, poichè se si parla di Spirito le parole (e molti tipi di fatti) perdono di valore.