mercoledì 22 maggio 2013

Nella caverna.. Parte Uno

"Immaginati di vedere degli uomini in una dimora sotterranea a forma di caverna. Il suo ingresso è in alto, rivolto al chiarore del giorno, e si estende lungo tutta la caverna. In questa dimora gli uomini si trovano fin dall'infanzia, incatenati alle gambe e al collo. Per questo essi rimangono allo stesso posto e guardano solo a ciò che sta davanti a loro - che è alla loro portata. A causa delle catene non sono in grado di girare la testa. Ma un chiarore viene loro da dietro, da un fuoco che brilla dall'alto e da lontano. Tra il fuoco e gli uomini incatenati, alle loro spalle, corre in alto una via lungo la quale immaginati sia costruito un muretto simile agli schermi che i burattinai erigono davanti agli spettatori, e al di sopra dei quali mostrano le loro marionette".
"Lo vedo" disse lui.
"E vedi come, lungo questo muro, degli uomini portino suppellettili di ogni tipo, statue e altre figure di pietra e di legno oltre a oggetti vari fabbricati dagli uomini. È naturale che alcuni dei portatori si intrattengano a parlare, mentre altri tacciano".
"Una strana immagine presenti, e strani prigionieri!"
"Uguali a noi uomini! Perché, cosa credi? Esseri simili dapprima non vedono, di se stessi come degli altri, nient'altro che le ombre proiettate dalla luce del fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte".
"E come potrebbe essere diversamente, se per tutta la vita sono costretti a tenere immobile il capo?"
"Ma che cosa vedono delle cose trasportate dietro di loro? Non vedono forse proprio questo, cioè ombre?"
"Che cosa, se no?"
"Se ora essi fossero in grado di parlare tra di loro di ciò che vedono, non credi che prenderebbero le ombre per oggetti reali?"
"Necessariamente"
"Ma che cosa accadrebbe, se quella caverna emettesse un'eco dalla parete che sta loro di fronte e alla quale guardano, ogni volta che parla uno di quelli che passano dietro di loro? Credi che essi riterrebbero che ciò che parla sia qualcosa di diverso dalle ombre che passano loro davanti?"
"No, affatto, per Zeus!"

[...Continua...]